Quando entrò per la prima volta in un manicomio, nel 1961, Franco Basaglia pensò immediatamente al carcere fascista conosciuto da ragazzo. Rifiutò di firmare gli ordini di contenzione e iniziò subito l’opera di trasformazione dei luoghi e delle logiche manicomiali: l’eliminazione delle camicie di forza e dei lacci nei letti, delle ‘terapie’ a base di elettroshock e insulina, degli ambienti malsani, della denutrizione. Voleva creare nel paese una coscienza sanitaria, che poi è coscienza democratica, e per farlo sapeva quanto fosse necessario raccontare non solo l’orrore dei manicomi – per chiuderli mai più riaprirli – ma anche le storie delle persone che ci vivevano, ritrovandoneLeggi altro →

La prigione è sostituto autoritario del welfare, campo di concentramento per i poveri. La causa del sovraffollamento è la detenzione sociale. Case di reinserimento, amnistia e indulto, diritto all’affettività: ripartiamo da un orizzonte alto, ma concreto. l’articolo su L’Unità La tragedia dei suicidi e in particolare quelli di due detenuti a Verona e di un giovane a Ponte Galeria, un terrificante Centro di trattenimento amministrativo, hanno fatto esplodere un profluvio di commenti, in taluni casi assolutamente inadeguati, sulla condizione del carcere, come era accaduto l’anno scorso dopo la morte di due detenuti a Torino. Allora denunciavo che anche molte visite, pur meritevoli, negli istituti in agosto avevano il sapore della stancaLeggi altro →

Riassunto. L’attuale crisi della psichiatria italiana dipende probabilmente da diminuita una spinta propulsiva alla innovazione nel campo della salute mentale, da un clima politico che dà voce alla psichiatria conservatrice e anche a quella pseudo-progressista, e da una certa pigrizia della psichiatria antistituzionale a guardare al futuro piuttosto che al passato producendo nuove riflessioni teoriche e ulteriori innovazioni delle pratiche di liberazione. Questo complesso di fattori determina il rafforzamento della psichiatria nelle sue forme più conservatrici, disumanizzanti e istituzionali. Ma quanto tutto ciò sia da imputare esclusivamente a una crisi della psichiatria, compresa quella antistituzionale, oppure, e più in generale, alla drammatica assenza di pensiero eLeggi altro →

Cento anni fa, l’11 marzo 1924 a Venezia, nasceva Franco Basaglia, protagonista assoluto della lotta contro ogni forma di istituzionalizzazione delle persone con sofferenza mentale, e non solo. Con la legge 180 del 1978, sbocco e mediazione politica della Sua azione, cancellando l’impostazione repressiva della psichiatria, Basaglia ha dato un contributo fondamentale per lo sviluppo della democrazia e delle libertà nel nostro Paese. La legge 180 ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà, dignità e accesso ai diritti. Proprio qui sta il valore centrale del lavoro di Basaglia: nella sua spinta liberatrice e nell’idea diLeggi altro →

Un grande psichiatra spiega la rivoluzione. Accanto al padre della legge è stato tra i primi a opporsi a una spiegazione puramente naturalistica delle malattie dell’anima LA CONSEGUENZA radicale e sconvolgente della legge 180 è stata la chiusura degli ospedali psichiatrici, e questo, a quarant’anni dalla sua approvazione, non può non essere continuamente ricordato nella sua rivoluzionaria significazione storica; ma non sono ugualmente ricordate le premesse teoriche che sono state a fondamento del pensiero e dell’azione di Franco Basaglia, e delle quali vorrei ora dire qualcosa. Il cuore teorico della rivoluzione, che ha cambiato il modo di fare psichiatria, si rispecchia in alcune considerazioni che nascono dalle sueLeggi altro →

A cento anni dalla nascita dello psichiatra, ci sono le cooperative sociali, il cavallo scolpito davanti all’ex manicomio, ma nessun luogo che porta il suo nome. «Meglio così» dice la figlia Alberta TRIESTE. È il 1979, un anno dopo l’approvazione della legge 180 e un anno prima che il suo ispiratore, Franco Basaglia, morisse troppo presto. Lo psichiatra sta tenendo le sue Conferenze brasiliane e sente gli occhi del mondo addosso. A São Paulo racconta un episodio accaduto a Trieste, la città dove è riuscito a fare l’impossibile, smantellando il manicomio e riconoscendo dignità ai matti. Un giorno un uomo prende un taxi e chiede diLeggi altro →

In Italia si continua a legare e non solo nei servizi di Diagnosi e Cura ma anche nelle molteplici tipologie di residenzialità, dai matti ai vecchi passando per i minori disabili, tutti sono esposti al rischio di trovarsi un giorno immobilizzati in un letto da delle fasce di canapa. L’Italia ha firmato nel 2007 e ratificato nel 2009 la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CDPD) (1). La ratifica esprime solennemente il consenso di uno stato ad essere vincolato giuridicamente dalle prescrizioni contenute nel trattato o nella convenzione. I diritti affermati dalla Convenzione  sono già presenti nei trattati internazionali sui diritti umaniLeggi altro →

di Barbara Baroni Stamane sabato 10 Febbraio 2024 si è tenuta l’inaugurazione della Mostra della fotografa Antonella Pizzamiglio alla Casa del Rigoletto di Mantova. Nell’isola di Leros del Dodecaneso erano confinati circa 1500 uomini e donne con diagnosi psichiatrica classificati come “pazienti cronici incurabili” e un centinaio di bambini con gravi deficit mentali e fisici. Durante la dittatura si aggiunsero anche internati politici. Nel 1989 Antonella Pizzamiglio, giovane fotografa, entrò a documentare in cento scatti l’orrore delle vite di quegli internati. L’esposizione  di circa 60 scatti (sono stati esclusi gli scatti più carichi di orrore e consigliato il non ingresso ai bambini di meno diLeggi altro →

“Questo libro vuole essere un ultimo orizzonte di senso per la salvaguardia dell’umano che è in noi e nella follia”. L’agonia della psichiatria di Eugenio Borgna Feltrinelli, 2022 Recensione di Loredana Di Adamo In questo libro Eugenio Borgna denuncia lo stato attuale in cui versa la psichiatria, mettendo in luce le profonde lacerazioni che oggi la rendono una disciplina arida e senza quasi più speranza. Già dal titolo, l’autore sottolinea lo stato di malessere che rende la psichiatria non più capace di prendersi cura del nostro destino, perché sempre più relegata a un sapere categorizzante; tuttavia, Borgna cerca di rilanciare una speranza per il futuro dellaLeggi altro →