INTERVENTI – INTERVISTE (Pagina 14)

Molte titubanze a pensare cosa dirvi. Perplessità che derivano dalla posizione sostanzialmente e probabilmente molto elementaristica che ho, abbiamo, a Trieste su questa questione del doppio binario, dell’imputabilità e del trattamento delle persone con problemi di salute mentale. In qualche modo, da molti anni, noi sosteniamo che il tema dell’incapacità totale di intendere e di volere della persona al momento di commettere il reato non esiste. Le persone non arrivano mai a questo stato di incomprensione del fatto che stanno commettendo. Riteniamo quindi che il doppio binario sia una modalità da eliminare. Riteniamo che tutti gli articoli del codice di procedura penale che abbiano aLeggi altro →

Una “rivoluzione gentile”: la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari Sin dall’inizio del processo di deistituzionalizzazione, a livello internazionale, si è determinato uno spostamento delle istanze di controllo e di contenimento dei comportamenti connessi alla sofferenza psicopatologica, in particolare se accompagnati da disturbo sociale e fino alla commissione di reati penalmente rilevanti, in altre configurazioni istituzionali, dai vecchi manicomi giudiziari fino a servizi ‘forensi’, operanti sia dentro che fuori il carcere. In questo campo si fronteggiano e si confrontano saperi e ambiti normativi attestati su sponde diverse, ma che sempre hanno contribuito, spartendosi poteri e competenze, alla costituzione e alla normativizzazione del campo ‘ibrido’ della devianzaLeggi altro →

Il 4 ottobre 2019 nella Questura di Trieste avviene l’omicidio di due agenti di Polizia e il tentato omicidio di altri otto. L’imputato, un trentenne, è stato sottoposto a due perizie psichiatriche, risultando imputabile con la prima e non imputabile per la seconda. Venerdì 6 maggio 2022, la Corte d’Assise lo ha assolto per “vizio totale di mente”, “il fatto è stato commesso da una persona non imputabile”. In attesa delle motivazioni e tralasciando l’interrogativo sul perché di fronte a perizie contrastanti non sia stata effettuata una perizia collegiale, un dato è certo: la Corte d’Assise ha applicato il Codice Rocco del 1930 che prevedeLeggi altro →

… Di fronte alla troppe morti di ricoverati nei servizi della salute mentale, si riafferma l’urgenza di intervento da parte delle istituzioni competenti per mettere fine alla pratica della contenzione, atto non sanitario e lesivo dei diritti umani fondamentali… La lettera firmata da Giovanna Del Giudice e Valentina Calderone per la campagna “…e tu slegalo subito”: Gentile Ministro, ci rivolgiamo a Lei dopo un’altra morte, avvenuta il 7 maggio scorso, di un uomo di 36 anni, sottoposto a contenzione meccanica in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ASL Roma 5. Di lui poche notizie dagli organi di stampa: era stato ricoverato nel SPDC in trattamento sanitarioLeggi altro →

In meno di sei mesi, due giovani uomini sono morti a Roma durante il ricovero nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc). La magistratura indaga, gli operatori e gli amministratori tacciono, come se queste morti siano solo un problema giudiziario e non un segno ulteriore delle gravi carenze di persone e mezzi che da anni vengono denunciate, delle scelte sbagliate di politica sanitaria che si riproducono per inerzia e del rigenerarsi incontrastato, in forme nuove, di culture e pratiche che hanno radici nel manicomio. Questi i fatti. All’alba dello scorso sabato 7 maggio LD, 36 anni, viene trovato morto in un letto del SpdcLeggi altro →

Gentile Direttore, era il 9 dicembre quando la sua testata ha ospitato un mio contributo scritto sotto la spinta di un ennesimo caso di morte in un SPDC italiano, quella del giovane Wissem Abdel Latif deceduto legato ad un letto del San Camillo di Roma. Pochi giorni fa un altro uomo, Lorenzo, è morto in un altro reparto psichiatrico laziale, quello di Monterotondo, anch’egli sottoposto a contenzione meccanica. La pietà per una morte comporta tacere il cognome, anche se la stessa delicatezza non era stata riservata al migrante tunisino, ma le due vicende accadute nell’arco di 4 mesi non possono rimanere oggetto di sola pietà né limitarsiLeggi altro →

Vorrei presentarmi come storica, ma soprattutto come una cittadina, come una persona che ha avuto bisogno dell’aiuto e del supporto della rete dei Servizi presso il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste. È stato un lungo arco di tempo, durato più di trent’anni, in cui ho attraversato situazioni, spazi diversi, in forme altamente drammatiche e dolorose; ho conosciuto la sofferenza personale e ho riconosciuto quella delle persone che come me afferivano ai Centri di Salute Mentale. Ancora oggi sono collegata, come socia attiva alla Conferenza Basaglia, che lavora in campo internazionale per la Salute Mentale nel Mondo (l’acronimo COPERSAMM penso sia conosciuto da tutti); inoltreLeggi altro →

Una sentenza che rappresenta un ulteriore passo verso la strada del ritorno alla logica manicomiale, e della delega del controllo sociale alla psichiatria. Peraltro, alimentando lo stigma nei confronti di milioni di cittadini con disturbi mentali, ritenuti sempre più “pericolosi per sé e per gli altri” e da istituzionalizzare. Eppure, stante l’attuale legislazione la sentenza è pienamente legittima anche se la cura e la custodia rischiano di diventare un unicum, di competenza della psichiatria. Assolto per il duplice omicidio di due poliziotti avvenuto nel 2019, ma per 30 anni dovrà rimanere rinchiuso in una REMS (Residenza per le Misure di Sicurezza). Questo ha stabilito laLeggi altro →

Il 4 ottobre 2019 nella Questura di Trieste avviene l’omicidio di due agenti di Polizia e il tentato omicidio di altri otto. L’imputato, un trentenne è stato sottoposto a due perizie psichiatriche, risultando imputabile con la prima e non imputabile per la seconda. Venerdì 6 maggio 2022, la Corte d’Assise lo ha assolto per “vizio totale di mente”, “il fatto è stato commesso da una persona non imputabile”. In attesa delle motivazioni e tralasciando l’interrogativo sul perché di fronte a perizie contrastanti non sia stata effettuata una perizia collegiale, un dato è certo: la Corte d’Assise ha applicato il Codice Rocco del 1930 che prevedeLeggi altro →

Ci ha lasciato Valerio Canzian, protagonista e guida nei decenni passati del lavoro di promozione,  difesa e tutela dei diritti delle persone con disturbo mentale e delle loro famiglie. Ha operato a livello nazionale nell’UNASAM, ma soprattutto a livello regionale lombardo  e milanese in contesti, quindi, politico-amministrativi assai difficili, spesso impermeabili, quando non apertamente ostili alle culture professionali e organizzative della riforma dell’assistenza psichiatrica pubblica italiana del 1978. Valerio ha sempre tenuto il punto con fermezza e severità su questioni quali: le contenzioni, in specie negli SPDC, anche sostenendo insieme ai famigliari ricorsi alla magistratura in alcune vicende davvero drammatiche; il lungo internamento in struttureLeggi altro →