INTERVENTI – INTERVISTE (Pagina 14)

Con molto interesse registro l’avvio e l’attuazione di una serie di iniziative in Salute Mentale che riguardano direttamente il protagonismo attivo delle persone con esperienza di sofferenza mentale. Si tratta di azioni pratiche, concrete, messe in campo per consolidare e implementare il senso di consapevolezza, e soprattutto di responsabilità verso sé stessi e verso i propri simili, da parte di chi può testimoniare vissuti di disagio psichiatrico; ha fatto un percorso positivo di recovery e verso la guarigione; è in grado di lavorare per dare aiuto e sostegno operativo. Si è recentemente tenuto il Primo Convegno Nazionale dell’ESP (ovvero, come ho imparato a nominarli, deiLeggi altro →

Nel suo recentissimo  Ritorno a Basaglia?La deistituzionalizzazione nella psichiatria di ogni giorno*, Paolo Peloso  in modo intenso, appassionato, ricostruisce e ripercorre una stagione di motivazioni, culture, ispirazioni, politiche, gesti, esperienze e scelte di vita, ricerche, studi, cambiamenti radicali non solo nei modi e nelle finalità del lavorare nell’assistenza psichiatrica ma anche, partendo dalla stessa, la spinta a provare a cambiare le relazioni fra le persone, tutte, una per una, in direzione della pienezza dei diritti di cittadinanza di ciascuna. Paolo continua a incalzare, interrogare, citare, mettere a confronto i testimoni protagonisti in particolare delle esperienze di Gorizia, Parma, Trieste, Genova, esperienze pilota che si condusseroLeggi altro →

Il Governo Bolsonaro ha smantellato la riforma psichiatrica brasiliana, caratterizzata dall’estinzione dei manicomi, dall’apertura di servizi sostitutivi dell’internamento e dalla costruzione di progetti comunitari per coloro che soffrono di disturbi mentali. Il sistematico smantellamento da parte del governo Bolsonaro nei confronti delle storiche e straordinarie conquiste della riforma della assistenza psichiatrica in Brasile riguarda tutti perché costituisce un modello aggressivo e sempre più diffuso che combina le logiche estreme delle politiche neoliberali di privatizzazione della salute con le retoriche della pericolosità delle persone con disturbi mentali e di coloro che fanno uso di sostanze psicotrope. Questo letale cocktail sta determinando un drammatico ritorno al “grande internamento”Leggi altro →

Ringrazio la Dr.ssa Giuseppina Paulillo e tutti i colleghi intervenuti e i tanti che hanno seguito l’incontro. Questi momenti formativi danno forza ad un movimento che opera nella quotidianità e deve far sentire la propria voce nelle sedi istituzionali e all’opinione pubblica. L’incontro di oggi ha dimostrato dall’interno quanto l’impianto del doppio binario sia superato.  Il codice Rocco (1930) è in sintonia con la legge 36 del 1904 e non con la 180/1978 e la 81/2014. I concetti di capacità d’intendere e volere, la pericolosità sociale non hanno base scientifica. Sono di competenza del giudice ma spesso delegati sul piano tecnico allo psichiatra.  Le misureLeggi altro →

Molte titubanze a pensare cosa dirvi. Perplessità che derivano dalla posizione sostanzialmente e probabilmente molto elementaristica che ho, abbiamo, a Trieste su questa questione del doppio binario, dell’imputabilità e del trattamento delle persone con problemi di salute mentale. In qualche modo, da molti anni, noi sosteniamo che il tema dell’incapacità totale di intendere e di volere della persona al momento di commettere il reato non esiste. Le persone non arrivano mai a questo stato di incomprensione del fatto che stanno commettendo. Riteniamo quindi che il doppio binario sia una modalità da eliminare. Riteniamo che tutti gli articoli del codice di procedura penale che abbiano aLeggi altro →

Una “rivoluzione gentile”: la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari Sin dall’inizio del processo di deistituzionalizzazione, a livello internazionale, si è determinato uno spostamento delle istanze di controllo e di contenimento dei comportamenti connessi alla sofferenza psicopatologica, in particolare se accompagnati da disturbo sociale e fino alla commissione di reati penalmente rilevanti, in altre configurazioni istituzionali, dai vecchi manicomi giudiziari fino a servizi ‘forensi’, operanti sia dentro che fuori il carcere. In questo campo si fronteggiano e si confrontano saperi e ambiti normativi attestati su sponde diverse, ma che sempre hanno contribuito, spartendosi poteri e competenze, alla costituzione e alla normativizzazione del campo ‘ibrido’ della devianzaLeggi altro →

Il 4 ottobre 2019 nella Questura di Trieste avviene l’omicidio di due agenti di Polizia e il tentato omicidio di altri otto. L’imputato, un trentenne, è stato sottoposto a due perizie psichiatriche, risultando imputabile con la prima e non imputabile per la seconda. Venerdì 6 maggio 2022, la Corte d’Assise lo ha assolto per “vizio totale di mente”, “il fatto è stato commesso da una persona non imputabile”. In attesa delle motivazioni e tralasciando l’interrogativo sul perché di fronte a perizie contrastanti non sia stata effettuata una perizia collegiale, un dato è certo: la Corte d’Assise ha applicato il Codice Rocco del 1930 che prevedeLeggi altro →

… Di fronte alla troppe morti di ricoverati nei servizi della salute mentale, si riafferma l’urgenza di intervento da parte delle istituzioni competenti per mettere fine alla pratica della contenzione, atto non sanitario e lesivo dei diritti umani fondamentali… La lettera firmata da Giovanna Del Giudice e Valentina Calderone per la campagna “…e tu slegalo subito”: Gentile Ministro, ci rivolgiamo a Lei dopo un’altra morte, avvenuta il 7 maggio scorso, di un uomo di 36 anni, sottoposto a contenzione meccanica in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ASL Roma 5. Di lui poche notizie dagli organi di stampa: era stato ricoverato nel SPDC in trattamento sanitarioLeggi altro →

In meno di sei mesi, due giovani uomini sono morti a Roma durante il ricovero nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc). La magistratura indaga, gli operatori e gli amministratori tacciono, come se queste morti siano solo un problema giudiziario e non un segno ulteriore delle gravi carenze di persone e mezzi che da anni vengono denunciate, delle scelte sbagliate di politica sanitaria che si riproducono per inerzia e del rigenerarsi incontrastato, in forme nuove, di culture e pratiche che hanno radici nel manicomio. Questi i fatti. All’alba dello scorso sabato 7 maggio LD, 36 anni, viene trovato morto in un letto del SpdcLeggi altro →

Gentile Direttore, era il 9 dicembre quando la sua testata ha ospitato un mio contributo scritto sotto la spinta di un ennesimo caso di morte in un SPDC italiano, quella del giovane Wissem Abdel Latif deceduto legato ad un letto del San Camillo di Roma. Pochi giorni fa un altro uomo, Lorenzo, è morto in un altro reparto psichiatrico laziale, quello di Monterotondo, anch’egli sottoposto a contenzione meccanica. La pietà per una morte comporta tacere il cognome, anche se la stessa delicatezza non era stata riservata al migrante tunisino, ma le due vicende accadute nell’arco di 4 mesi non possono rimanere oggetto di sola pietà né limitarsiLeggi altro →