Il Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani. di Franco Pesaresi

La mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani all’estero

A livello internazionale esistono tre approcci principali per misurare i decessi in relazione a COVID-19:

  1. decessi di persone che risultano positivi (prima o dopo la morte);
  2. decessi di persone sospettate di avere COVID-19 (basato sui sintomi);
  3. decessi in eccesso (confrontando il numero totale di decessi con quelli delle stesse settimane degli anni precedenti).

In presenza di disponibilità di dati assai diverse e di diversi approcci nazionali per la registrazione dei decessi, i confronti internazionali sono difficili ciononostante i dati raccolti da Comas-Herrera et al. (2020) che riassumono i dati più recenti provenienti da diverse fonti ufficiali sono molto indicativi (tabella 1).

Il numero dei morti collegati al Covid-19 nelle strutture per anziani di tutto il mondo è straordinariamente e drammaticamente elevato: il range va dal 19% al 72% di tutti i morti per Covid-19. In Francia, in Belgio, in diverse regioni della Spagna gli anziani morti per covid-19 all’interno delle strutture residenziali costituiscono addirittura la maggioranza di tutti morti (tabella 1).

Morti per Covid-19 nelle strutture per anziani
Tabella 1 – Numero di morti collegati al Covid-19 e letalità nelle strutture residenziali per anziani in alcuni paesi stranieri

La mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani in Italia

In Italia, dati certi non ci sono. L’unica rilevazione nazionale è una survey sul contagio Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani realizzata dall’Istituto superiore di Sanità (ISS) che è giunta al suo terzo aggiornamento (14 aprile). Premetto che non userò, come fanno altri la parola RSA, ma userò il termine “strutture residenziali per anziani” perché in realtà le strutture che ospitano anziani sono di diverse tipologie (RSA, residenze protette, case di riposo, ecc.). La survey è stata realizzata inviando un questionario a 3.420 strutture a cui hanno risposto 1.082 strutture per un totale di 80.131 anziani ospitati (il 27,7% dei letto che sono 289.164). Per dare la giusta valutazione dei dati forniti dalla survey occorre anche sottolineare che il tasso di rispondenza di 12 regioni è sotto il 2% per cui la validità nazionale è condizionata dalla scarsa partecipazione della maggioranza delle regioni. Fra le altre cose, la survey ha chiesto alle strutture di indicare il numero dei decessi complessivi di anziani, di quelli con positività accertata da Covid-19 e di quelli con sintomi simil-influenzali (ma senza positività accertata) dal 1/2/2020 al 14/4/2020.

Che cosa emerge dalla survey? Gli anziani deceduti nelle strutture residenziali per Covid-19 accertato dal tampone sono un numero contenuto pari al 5,7% di tutti i deceduti del periodo. Ma se a questi aggiungiamo tutti i deceduti con sintomi simil-influenzali senza alcun accertamento di positività i deceduti per sospetto Covid-19 potrebbero arrivare al 40,2% di tutti i deceduti. Si tratta di una dimensione molto importante perché significa che i morti nelle strutture, nel periodo considerato, sono quasi raddoppiati a causa del Covid-19. Ho usato il condizionale perché sappiamo che non tutti quelli che sono morti con sintomi simil-influenzali hanno contratto il Covid-19. Nell’ipotesi massima prospettata dalla survey dell’ISS il tasso di mortalità degli anziani per Covid-19 nelle strutture residenziali e pari al 3,3% di tutti gli ospiti delle strutture stesse (tabella 2).

Decessi totali Covid-19
Tabella 2 – Survey ISS. Numero dei decessi totali, Covid-19 positivi (conferma da tampone) e con sintomi simil-influenzali (dal 01/02/2020 al 14/04/2020)

Per tentare una comparazione con i dati degli altri paesi occorre proiettare i dati della survey al totale dei posti letto complessivi delle strutture residenziali per anziani. In questo caso, ipotizzando che tutti i morti con sintomi simil-influenzali siano dovuti a Covid-19 avremo 8.830 deceduti all’interno delle strutture per anziani che allo stato attuale costituirebbero il 34% di tutti i morti per Covid-19. Si tratterebbe di una percentuale sopravvalutata per via della considerazione di tutti i sintomi simil-influenzali ma che nel confronto con gli altri paesi europei ci vedrebbe comunque tra quelli con le percentuali indubbiamente più basse.

Queste prime rilevazioni nazionali, purtroppo, non coincidono con i pochi dati forniti dalle regioni. Pur facendo le opportune interpolazioni per tener conto che i dati forniti dall’ISS si riferiscono al 27% dei posti letto mentre quelli forniti dalle regioni e da altre fonti si riferiscono a tutte le strutture i dati delle singole regioni rimangono piuttosto lontani (tabella 3).

Mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali
Tabella 3 – Dati sulla mortalità degli anziani per Covid-19 nelle strutture residenziali forniti dalle regioni e da altre fonti

Il tasso di letalità per Covid-19 in relazione all’età

In Italia, l’età media di tutti i cittadini deceduti e positivi al Covid-19 è di 79 anni (mediana 81 anni). Il 95,2% dei deceduti per Covid-19 aveva un’età superiore ai 60 anni. L’84,4% dei deceduti un’età superiore ai 70 anni. Il tasso di letalità è il più alto fra gli ultraottantenni dove raggiunge la cifra elevatissima di quasi un morto ogni tre positivi. Tra gli anziani di età 70-79 anni o con oltre 90 anni il tasso di letalità è sempre molto elevato anche se scende al 24-25% (un morto ogni 4 positivi) (tabella 4).

Decessi per Covid-19 per fascia di età
Tabella 4 – Distribuzione dei casi e dei decessi per Covid-19 per fascia di età (25.215 casi su 199.470)

Le cartelle cliniche analizzate hanno evidenziato che le persone decedute, prima di contrarre il Covid-19 erano portatori mediamente di 3,3 patologie.
dati appena riepilogati sono ampiamente noti: il Covid-19 fa le sue vittime essenzialmente nella popolazione con oltre 70 anni in condizione di fragilità caratterizzata dalla presenza di 3 o più patologie.

Qualche valutazione

Il Covid-19 ha colpito molto duramente gli anziani ricoverati nelle strutture residenziali per anziani. Le strutture, come il resto del Paese e come anche i servizi sanitari, erano impreparati ad affrontare lo tsunami Covid-19. Occorre cercare di capire perché questa tragedia è accaduta ed in questo primo articolo l’obiettivo è di dare una dimensione a quanto è accaduto.

Non ci sono dati completi ed affidabili per quantificare la rilevanza del fenomeno ma occorre comunque cercare di avere delle stime e dei punti di riferimento per affrontare il problema.

Occorre innanzitutto dire che non si tratta di un problema solo italiano. In tutto il mondo la mortalità per Covid-19 è stata elevatissima tanto da costituire spesso la maggioranza di tutti morti per il Coronavirus.

In Italia, in base ai pochi dati a disposizione, è ipotizzabile che le morti nelle strutture residenziali per anziani siano state un numero che possiamo stimare fra 7.500 e 8.500 con una probabile tendenza a fermarsi verso i valori più alti del range. Questo significa che i morti per Covid-19 all’interno delle strutture sono stati il 2,6-2,9% di tutti gli ospiti delle strutture residenziali e che abbiano costituito il 26,1-29,6% del totale dei morti complessivi per Covid-19 registrati in Italia. Si tratta di un numero enorme ma che si colloca ben al di sotto delle quote registrate negli altri paesi europei.

Il Covid-19, come abbiamo visto, colpisce gli anziani molto fragili: soprattutto ultrasettantenni con tre o più patologie. Queste persone si trovano ovviamente distribuite nelle loro case ma si concentrano nelle strutture residenziali per anziani. I tre quarti degli anziani accolti nelle strutture sono ultraottantenni e non autosufficienti. Le vittime privilegiate e quasi esclusive del Covid-19 sono proprio quelle che sono accolte nelle strutture residenziali.

Non poteva non accadere che il Covid-19 colpisse, purtroppo, anche le strutture, questo lo sappiamo, ma il nodo non è questo. Il vero nodo è perché la mortalità italiana per Covid-19 degli ultrasettantenni è pari allo 0,2% mentre nelle strutture residenziali esso è dieci volte più elevato? Nei prossimi articoli cercherò di approfondire perché questo è accaduto.

Franco Pesaresi Direttore ASP “Ambito 9” Jesi, Ancona, e Network Non Autosufficienza

Foto di Roman Solar da Pixabay

Bibliografia

Caccia F., Nicolussi Moro M., Massenzio M., Pinna A., Roat D., Testa A. (2020), Coronavirus, Iss: «Dal 1° febbraio morti 6773 anziani nelle Rsa, il 40% per Covid-19», Corriere.it, 20 aprile.

Comas-Herrera A, Zalakain J, Litwin C, Hsu AT, Lane N and Fernandez J-L (2020), Mortality associated with COVID-19 outbreaks in care homes: early international evidence, in LTCcovid.org, International LongTerm Care Policy Network, CPEC-LSE, 26 April 2020.

Istituto Superiore di Sanità – ISS (2020), Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in ItaliaDati al 29 aprile.

Istituto Superiore di Sanità – ISS (2020), Survey nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie – Aggiornamento nazionale 14 aprile 2020.

fonte: SOS Sanità 

da I LUOGHI DELLA CURA – NNA

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