La rivista animazione sociale ha proposto una riflessione sulla scuola inclusiva che riproponiamo su queste pagine.
Il “mito dell’inclusione” nella scuola italiana. In queste poche righe comparse il 12 gennaio, Ernesto Galli della Loggia ha liquidato quello che lui definisce il “mito dell’inclusione” nella scuola italiana. Provocando in tante/i di noi sgomento misto a rabbia e tristezza, anche perché a pubblicarle è il Corriere della Sera, quotidiano su cui esce l’inserto Buone Notizie. Galli della Loggia mette in discussione la convivenza nelle classi tra studenti “normali” e quelli con gravi disabilità o Bisogni Educativi Speciali (BES), o “incapaci di spiccicare una parola d’italiano”. Parla della scuola italiana come “caso unico al mondo” e questa sua frase, per la verità, noi la leggiamo non come una nota di discredito ma di merito per la nostra scuola che, tra fatiche e dedizioni, porta avanti quotidianamente la prospettiva inclusiva.