Gennaio: mese importante per Marco Cavallo in cui, sotto forma di scultura di legno e cartapesta, inizia a prender vita a Trieste. Quest’anno il conto delle candeline è davvero impressionante, da non crederci: è arrivato al traguardo dei 50 anni tondi tondi. Ma a vederlo non si direbbe con il suo splendente manto blu cielo e ancora al galoppo in giro per tutta la penisola. Lui, infatti, non riesce proprio a stare fermo e per il 2023 ha un’agenda fitta di numerosi appuntamenti.
Questo perché ancora oggi Marco Cavallo mette in luce la speranza di rafforzare il desiderio e la memoria del cambiamento, evitando così la smemoratezza che rischia di appiattire e cancellare dal presente ogni traccia delle esperienze passate.
E per non dimenticare cosa rappresenta il cavallo azzurro è importante che la sua storia venga raccontata sempre dal principio, e noi lo facciamo con le parole del nostro Direttore Peppe Dell’Acqua:
“8 Gennaio 1973
Nel manicomio aperto di san Giovanni era nata da poco la prima cooperativa. Basaglia mette a disposizione degli “artisti” uno dei primi reparti vuoti. Giuliano Scabia scrittore, regista e attore e Vittorio Basaglia pittore e scultore con i giovani dell’accademia di Venezia danno inizio a un singolare laboratorio. “Vediamo cosa sapete fare in un manicomio che si apre” aveva detto loro Basaglia qualche settimana prima a Venezia, provocando alla sua maniera. Sulle prime pensano di costruire una grande casa di cartone, una scena, una provocazione per entrare nelle cose. Nell’affollatissimo reparto Q, osservazione donne, s’imbattono in Angelina Vitez. È una donna calabrese emigrata a New York, sposata a un triestino, tornata in patria e ora ricoverata a Trieste. Sta disegnando un cavallo, con quattro linee divide il corpo del cavallo in sei scomparti e in ognuno disegna una cosa: un vaso di fiori, un’oca, una pentola, una casa, un albero e un Pinocchio. Dice che si chiama Marco come il cavallo che porta su e giù per San Giovanni il carretto della biancheria sporca e che ormai vecchio sta per essere mandato al macello. Gli internati vogliono salvarlo da quella fine tremenda.
È così che è nato Marco Cavallo.”
Per la Collana 180 il libro “Marco Cavallo” di Giuliano Scabia (2011) è stato l’inizio, il primissimo volume editato. Ha riscosso così tanto interesse e curiosità, che oggi è SOLD OUT. Ma il nostro cavallo con questa newsletter vuole farvi due regali, con tanta emozione e gratitudine dell’affetto che sente quotidianamente nei suoi confronti.